Restauro Fopponino

Il sito dove sorge la chiesa San Giovanni Battista e Carlo a Milano si trova nel quadrante ovest della città, lungo la circonvallazione in prossimità del nodo di Piazzale Aquileia. L’area circostante fu caratterizzata nel tempo dalla presenza dello sperone costituito dalle mura spagnole; l’area insediativa, dove attualmente si sviluppa la chiesa risultava esterna alle mura stesse e il perimetro del sagrato si attesta su via S. Michele del Carso. L’appellativo popolare della chiesa risale ai primordi della sua esistenza cioè “Il Fopponino di Porta Vercellina” , le sue radici profonde trovano luogo nella memoria storica del quartiere e nella funzione tragica da esso rappresentato durante la peste a Milano. La prima data attendibile è del 1663: in quell’anno infatti la primitiva costruzione, di modeste dimensioni, forse poco più grande di una cappella, doveva essere già terminata ed addirittura funzionante. La chiesa è di limitate proporzioni ma spicca per la qualità del cotto lombardo come spruzzo di colore rosso tra le abitazioni adiacenti; davanti si stende un cortile, un rustico sagrato privo di pavimentazione e punteggiato di piante ad alto fusto, vecchie piantumazioni semplici che ben si integrano nel luogo. Il cortile è quello che di più antico rimane, laddove ebbero luogo le prime sepolture della peste di fine “500, zolle benedette che forse accolgono e custodiscono i resti dei nostri avi”. Infatti in quest’area esisteva un cimitero, ovvero, una grande fossa comune per i morti, da cui il nome “Foppa”, equivalente di buca, termine dilettale milanese, poi “Fopponino” come diminutivo. Il luogo quindi destinato alle sepolture comuni della peste che raccoglieva i morti del territorio di Porta Vercellina.

Il restauro conservativo della chiesa, che è stato commissionato ad Arch+ Studio, si è concentrato sulle facciate e sulla copertura; il carattere dell’intervento ha inteso preservare le peculiarità della fabbrica originaria, rispettando il canone storico di provenienza. Il degrado è costituito da una sommatoria di patologie, delle quali, le più evidenti e le più diffuse, sono l’aspetto della copertura e della conservazione dell’apparato murario.

 

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